Roma, Gasperini: "Obiettivo è la Champions League. Juve? Roma era la scelta giusta"
Le parole del tecnico di Grugliasco alla sua presentazione

Gian Piero Gasperini
Roma 17 giugno 2025 - Senza dubbio uno dei passaggi di panchina tra i più importanti di questa estate. Dopo 9 anni di successi, Gian Piero Gasperini ha deciso di separarsi dall'Atalanta e non rinnovare il proprio contatto con gli orobici, per passare alla Roma. Dopo l'annuncio ufficiale, oggi è stato il giorno in cui si è consumata la sua presentazione ufficiale ai giornalisti. In conferenza stampa oggi infatti il primo incontro con la stampa romanista, queste le parole del tecnico di Grugliasco.
La prima domanda per il nuovo tecnico romanista riguarda il suo rapporto con i Friedkin e gli obiettivi di questo primo anno in giallorosso. "I primi contatti li ho avuti con Ranieri, mi ha spiegato per filo e per segno tutto quello che è successo in questi anni. I Friedkin hanno un grande entusiasmo per la Roma, non so se traspare, ma dalle parole che mi hanno detto, ci spendono tanto tempo e sono ambiziosi. Hanno individuato in me la possibilità di costruire qualcosa, ci siamo confrontati e sappiamo i problemi del fair play finanziario per il mercato. La proprietà è forte, vuole investire in maniera sostenibile e riportare la Roma in alto. Questo è sufficiente per me a darmi un'impressione positiva".
Ambiente caldo e tanta pressione, la Roma è questo e molto altro e il tecnico lo sa benissimo. "Tutti quanti mi mettete un po' in guardia di una città difficile, ma la pressione è anche forza, non una debolezza. Siete in tanti qui presenti. Io in questo vedo entusiasmo e voglia di raggiungere gli obiettivi. Tutto va incanalato nel modo migliore, se negli ultimi anni si hanno avuto delle difficoltà va corretto per rendere la Roma più competitiva. Se il Napoli ha vinto lo scudetto due volte in questi anni, se il Psg è salito sul tetto d'Europa, cosa impensabile fino a 15 anni fa, vuol dire che i risultati si possono fare. Per farli serve costruire nel modo giusto. Anche voi volete il meglio della Roma, se riusciamo a farlo siamo più forti".
Restando sul tema ambientale, si chiede all'allenatore se sia necessario costruire un feeling con i tifosi. "Il feeling con i tifosi c'è sempre stato, da parte mia, è inutile nascondersi, quel che conta sono solo i risultati. Dobbiamo porci l'idea di poter fare qualcosa di giusto, alzare il livello. Se parto da quanto fatto da parte di Ranieri negli ultimi mesi, il percorso è stato straordinario. La cosa più importante per me è la squadra e lui ha dimostrato proprio questo al di là dei singoli, che erano in difficoltà nella prima parte. Anche dalla panchina tutti spingevano ed è un valore da cui ripartire e mantenere per ottenere il meglio. In una piazza come questa non si possono fare programmi da 10 anni, serve essere più veloci e concreti. Si parte da un punto, per far crescere la squadra, con un tifo che si identifica nella propria squadra. Il resto viene di conseguenza".
Si parla di Paulo Dybala e Gasperini detta la linea: "Io di Dybala non devo cambiare niente. Spero che stia sempre bene, per lui come per tanti altri. C'è un prospetto di squadra che deve essere ben chiara dove tutti spingono nella stessa direzione. Poi ci sono i singoli che cercheremo di migliorare. Se alzi il livello di tutti, ne godrà la squadra. Questo fa parte da sempre del mio lavoro da sempre, forse anche perché ho lavorato tanto a livello giovanile. Gli obiettivi sono questi: non ci sono giocatori inadatti a giocare, devono però stare bene".
Nella sua carriera Gasp ha costruito tanti giocatori di alto livello, specie tra gli attaccanti. Il tecnico però ribatte come lui abbia invece fatto altro: "Tutti i giocatori che ho avuto erano già forti, io non ho fatto nulla se non tirare fuori il meglio da loro. Fa parte del mio modo di giocare, le mie squadre hanno fatto tanti gol. Si tratta di una mia caratteristica da riproporre anche qui. Partiamo da quello che c'è, poi delle valutazioni sul mercato verranno poco alla volta col passare dei mesi".
Si torna sulle aspettative del tecnico per la stagione, il quale però resta con i piedi per terra. "Il risultato massimo penso possa essere la qualificazione in Champions. A oggi la Roma la vedo un po' indietro per lo scudetto, poi mai dire mai. Voglio rendere la squadra più forte, con giocatori più possibili da Nazionale e internazionali. Voglio un gruppo sempre più ampio di giocatori con cui costruire un nocciolo duro nel gruppo, da cui poi costruire per il futuro. Questo ci porterà a trattare giocatori in futuro che ora non possiamo permetterci. Ora mi auspico questo, con una base solida nel gruppo, con giocatori anche giovani. Questa può essere la forza".
L'ultima squadra con questo tipo di tifoseria guidata dall'allenatore di Grugliasco è stata l'Inter, da allora si domanda come il tecnico sia cresciuto. "Devo dare segnali importanti subito e portare la gente dalla tua parte. Devi dare un'identità, devi dare fiducia, devi dare qualcosa in cui immedesimarti. Questa è l'ambizione più grossa, la sinergia tra squadra e tifo. Solo così superi le difficoltà, il campionato è tosto con squadre emergenti e in rialzo. C'è una corsa alla Champions importante per creare un gap con le rivali. Quando entri in una piazza con così tanto entusiasmo devi entrare forte. Devi entrare con una squadra che ti segue e un ambiente forte".
Si parla anche di mercato, domandando se nella rosa ci sia qualche sacrificabile. "Partiamo da ciò che c'è visti i risultati e dallo spirito combattivo dimostrato. Poi è normale che non possiamo essere gli stessi. Il mercato può portare a un miglioramento, ma mi aspetto anche una base solida nel gruppo. Fa tutto parte di un mix necessario per crescere. Mi auguro che la Roma possa avere figure che possano portarla più in alto".
Restando sul discorso tecnico, si chiede a Gasperini quali siano le caratteristiche che ricerca nei suoi giocatori. "I giocatori spesso vanno costruiti in casa, prendendo profili emergenti per farli crescere. Per essere una squadra d'alto livello serve poi ci siano giocatori capaci di raggiungere il livello più alto. Servono giocatori internazionali, della propria nazionale, giocatori di spessore e di valore. Questo è il programma, anche con giocatori ad oggi emergenti da dover seguire. Penso a Mancini e Cristante, oggi sono internazionali. Questi ragazzi devono avere l'obiettivo di fare la stagione migliore possibile, non basta fare la stagione dell'anno scorso. Non è il momento di accontentarsi, anche se hai 30 anni devi migliorare, se ne hai 22 devi avere la fame di scalare le posizioni in classifica. Questo deve essere lo spirito. Parto da una base forte, grazie al lavoro di Claudio, la dimostrazione della forza del gruppo. Con lui c'è stato un cambio di risultati e di prestazioni. Non è sufficiente difendere le posizioni".
La domanda successiva riguarda la rosa e chiede un parere su Pellegrini e Soulé. "Come ho detto prima devono avere lo spirito di fare la migliore stagione. Pellegrini ora è infortunato, a tutti piaceva però quando entrava e faceva gol, dovrà superare le sue difficoltà. Soulé è un attaccante e in attacco serve fare gol e assist. Oggi nel calcio moderno devi saper anche difendere, devi saper essere squadra. Il Psg è un esempio straordinario, ha perso Mbappé, Messi e Neymar e ha raggiunto il massimo della propria storia, senza campioni ma con ragazzi cresciuti in casa. Anche il Napoli è un esempio, lo scudetto lo ha vinto da squadra. Magari altri erano più forti, ma loro sono stati uniti, la Roma stessa. Questi sono i principi. Oggi il calcio cambia velocemente, devi andare all'estero. L'Atalanta ha vinto l'Europa League dopo 25 anni, dal 2010 nessuna vince la Champions. Forse dobbiamo toglierci un po' di luoghi comuni, guardare tutto sotto un'altra ottica, vedere cosa funziona e seguire quella direzione".
Tornando sulla trattativa che lo ha portato alla Roma, Gasperini ha raccontato di come sì, effettivamente ci sia stato un inserimento della Juventus: "Ho avuto la sensazione che la Roma fosse la scelta giusta per la mia carriera e per il mio modo di esprimermi, di fare calcio. Sono convinto questo fosse il percorso giusto. Questo è quello che cerco, di cui ho bisogno in questo momento e ho messo la convinzione forte di aver fatto la scelta giusta".
A metà dello scorso anno il percorso della Roma con Juric non ha funzionato, ma Gasperini rassicura di come abbia un'esperienza diversa rispetto al croato. "La mia esperienza è diversa dalla sua. Con Juric abbiamo condiviso tanto insieme sia quando lui giocava, sia poi da mio vice. Sono passati tanti anni, le esperienze sono state diverse. Il mio modo di vedere calcio negli anni si è evoluto di molto. Ci sono due aspetti: aspettare la palla o andare a prenderla. Io preferisco avere il pallone, ma non è sempre possibile, dipende con chi giochi: serve saper fare tutto. Il recupero alto e la pressione per me è stato un metodo vincente, ma ora lo fanno in tanto e serve grande duttilità. Il calcio si evolve sempre. Su Juric non posso sapere cosa non abbia funzionato, non posso parlare al suo posto".
Un piccolo pensiero anche all'Atalanta, una sfida a cui il tecnico non voglia pensare, dicendo come ci sia ancora tempo. "C'è tempo per quello. Io lavoro tanto e mi piace farlo. Mi piace convincere i calciatori, senza imporre nulla. Molti risultati sono arrivati grazie a questo e poi hanno poi fatto delle grandi prestazioni. Dei difetti faccio fatica (ride, ndr), forse me la prendo troppo".
Si chiede a Gasperini infine di come sarà la sua preparazione, qualcuno ipotizza alla Zeman, ma il tecnico rassicura in maniera anche scherzosa. "Non ho mai fatto un gradone in vita mia. Quando giocavo a Palermo lui allenava la Primavera (Zeman), noi in campo facevamo il torello, loro i gradoni (ride, ndr). Intanto con le mie preparazioni non è mai morto nessuno (ride, ndr). L'importante è che i calciatori si divertano e si sentano fortunati nel fare questo lavoro. L'allenamento è fondamentale, e vale nel calcio come in tutta la vita. È fatto in funzione di stare bene e migliorare le prestazioni. Non può essere un problema, ma anche un divertimento. In Brasile si dice che se non sorridi non puoi giocare bene a calcio e io condivido questo modo di dire. Bisogna creare un bel clima di lavoro e di crescita l'uno con l'altro. Il mio lavoro è finalizzato a questo. Non serve un clima teso, gli avversari stanno fuori, non qui dentro".
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